Sabato 18 giugno 2022, alle ore 18.00, il settimo dei seminari pellizziani: Tra Pellizza e Barabino. I misteri del doppio Idillio, con Ettore Cau e Gabriella Fusi

7. Tra Pellizza e Barabino. I misteri del doppio Idillio (sabato 18 giugno ore 18.00)

La storia parallela di Idillio primaverile e di Girotondo, i due splendidi tondi gemelli che abbiamo avuto il privilegio di ammirare nello Studio di Volpedo nel 2007, centenario della morte del pittore, delineata da Scotti nel 1986 (Cat. Gen., n. 1079 e n. II, p. 493), ribadita dalla stessa studiosa nel catalogo della rassegna volpedese dello stesso anno (Luce, controluce, iridescenze, Tortona – Volpedo 2007, pp. 17-29), ripresa seppure con alcune varianti da Alessandro Oldani nel 2017 (scheda n. 246, in Galleria d’Arte Moderna di Milano, Milano 2017), può essere così riassunta: <<Pellizza completa Idillio primaverile nel 1901; in tempi immediatamente successivi elabora una carta lucida di riporto  indispensabile  nel caso fosse venuto nella determinazione di comporre una nuova versione dell’opera; subito dopo la vendita di Idillio primaverile a un mercante di Amsterdam decide di metterne effettivamente in cantiere una seconda redazione, utilizzando la velina predisposta; nella seconda metà del 1906 e nei primissimi mesi del 1907 conduce il lavoro sulla tela definitiva, lasciandola incompiuta nel suo studio a motivo della tragica morte avvenuta il 12 giugno 1907; Barabino  interviene a ritoccare e a completare l’opera nella seconda metà del 1907 e nell’anno successivo>>.

Un  implicito ma chiaro ribaltamento di tale racconto è stato proposto di recente da Scotti (Lo Studio Museo di Giuseppe Pellizza da Volpedo, Castelnuovo Scrivia 2020, p. 63): cancellato Barabino dalla storia, viene restituita a Pellizza  l’esclusiva  paternità delle due opere che le avrebbe costruite all’inizio del Novecento <<forse pensando a un dittico in un momento in cui era interessato a studiare la sequenzialità delle opere>>. Una nuova rappresentazione della vicenda dei due tondi  verrà esposta  sulla base di un rinnovato e, per quanto  possibile, esaustivo utilizzo delle fonti orali e scritte.

Viene infine lasciato spazio ad un importante contributo di  Gabriella Fusi che restituisce a Pellizza il preciso ruolo che ha avuto nella costruzione della storia compositiva di ambedue le opere gemelle.  

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