Lo specchio della vita

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Specchio della vita
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Lo specchio della vita
(E ciò che l’una fa e l’altre fanno)


(1898)
olio su tela, cm 132×291
Torino, Galleria d’Arte Moderna

L’opera – che riesce a riflettere il destino dell’uomo e significati universali in un brano di natura pur privo di ogni presenza umana, ed è ambientata sul greto del Curone, non distante da casa Pellizza – è ispirata al verso dantesco “E ciò che l’una fa, e l’altre fanno” (Purgatorio, canto III, 82). Assoluto è l’equilibrio fra le opposte forze rappresentate nella tela: l’incontro fra luce ed ombra, fra linee rette e linee ondulate, fra ritmico avanzare delle pecore e stasi assoluta della natura, fissata in una cristallina stesura di colori. La fattura è a divisionismo estremamente sapiente, con stesura del colore puro a piccoli punti e tratti non molto appariscente, con qualche affinità con la contemporanea tecnica di Morbelli ma anche con ricerche di effetti di rifrazione nell’azzurro del cielo. Nessuna tonalità cromatica è in esso dominante, se non una grande ed accesa intensità di luce chiara e cristallina. L’equilibrio compositivo è assoluto: la linea orizzontale dell’argine viene ribadita e replicata dalla sequenza di pecore che giunge esattamente a metà dell’altezza della tela; a questa linea convergono, pur senza toccarla direttamente, le pozze d’acqua in primo piano, mentre essa sembra ribadita dall’ampia pianura retrostante a cui convergono le morbide linee dei colli e delle macchie d’alberi.

Aurora Scotti, Pellizza da Volpedo. Catalogo generale, Milano 1986, scheda 1002 (testo ridotto)
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