Premio Quarto Stato a Pietro Bisio, pittore e scultore

PREMIO QUARTO STATO – XI EDIZIONE

L’XI edizione del premio Quarto Stato, istituito dall’Associazione Pellizza dal 2001, verrà assegnata al pittore e scultore Pietro Bisio, durante una cerimonia pubblica che sarà, come consuetudine, un’occasione di incontro e di confronto con il premiato e si svolgerà presso la Società Operaia di Volpedo domenica 10 novembre 2019, alle ore 16.30.

Premio Quarto Stato 2019 sarà l’artista Pietro Bisio. Il Premio è un appuntamento fisso all’interno delle biennali pellizziane, pensato per offrire un riconoscimento a chi, nel multiforme mondo dell’espressione artistica, della comunicazione, dell’impegno sociale si sia distinto per vicinanza  allo spirito e al messaggio di “Quarto Stato”. Un riconoscimento prestigioso, che nelle passate edizioni è toccato, tra gli altri, a Francesco Guccini, Gino Strada, Carlin Petrini, Enzo Bianchi, Michele Serra. Ma anche ad Aurora Scotti ed Ettore Cau, padri fondatori della realtà pellizziana. L’Associazione Pellizza ha individuato come destinatario per la XI Edizione della Biennale un artista nato lungo il Curone e da sempre impegnato in un’esperienza nazionale. Ultimo rappresentante di una generazione che ha fatto della pratica dal vero uno strumento di analisi sociale e di denuncia per una condivisione iniqua del benessere, per l’usurpazione dell’ambiente, per la perdita di identità  e di valori in nome della ricchezza materiale. Tutta la sperimentazione di Bisio, fin dagli inizi a Brera, si è mossa nel solco del messaggio pellizziano, cercando ispirazione costante nei temi del pittore di Volpedo e sviluppando un proprio personalissimo linguaggio a partire dall’amara constatazione della loro mancata realizzazione.

Questa la motivazione ufficiale del premio:

Fin dagli esordi braidensi, cercando conferme nell’esempio pellizziano, Pietro Bisio ha saputo coniugare una lettura critica della realtà nelle sue matrici umane e popolari con una continua ansia di sperimentazione linguistica

Omaggio a Pellizza 2001.

Pietro Bisio, Omaggio a Pellizza (2001)

Biografia

Pietro Bisio nasce a Casei Gerola, nell’Oltrepò Pavese, il 28 marzo 1932. A Voghera, nello studio di Giansisto Gasparini, suo primo maestro, viene a contatto con la pittura “sociale”, e ha scambi di esperienze con i pittori Alberto Nobile e Augusto Garau. Frequenta, a Milano, l’Accademia di Belle Arti di Brera dal 1954 al 1958 e segue i corsi di pittura di Aldo Carpi e nel ’58 di Domenico Cantatore. Nel marzo 1957 si rivela al premio Diomira e riceve dalla giuria, presieduta da Guido Ballo, la medaglia d’oro del Senato della Repubblica. L’opera premiata viene destinata alla Raccolta dei disegni del Castello Sforzesco ed è pubblicata da Franco Russoli su “Le vie d’Italia”. Nello stesso anno, alla Galleria Spotorno, presenta la sua prima personale di disegni, introdotta da Aldo Carpi e positivamente recensita da Marco Valsecchi sul “Giorno” e da Raffaele De Grada alla RAI. Seguono numerose esposizioni personali e collettive, con giovani artisti per lo più provenienti dall’Aula Carpi (a Roma, nel 1960, a Cremona, Palazzo dell’Arte, nel 1962, a Milano, Palazzo Reale, nel 1964, a Pavia, nel 1965, ecc.), accompagnate da premi e riconoscimenti. Dalla critica viene sottolineato come il pittore Bisio sia interprete per eccellenza, dopo Pellizza da Volpedo, della “cultura contadina” nell’Oltrepò Pavese, con linguaggio moderno. Determinanti, per il passaggio e gli sviluppi successivi, risultano, dal 1968 al 1972, i viaggi di studio a Parigi, Vienna, Amsterdam, Stoccolma, Copenaghen, Helsinki, Oslo e la conoscenza diretta di Permeke, MunchKokoschka, Nolde, oltre naturalmente a Picasso e all’espressionismo astratto statunitense, e, più recentemente, Marcel Duchamp. Nel 1984 rende omaggio, insieme a Gigi Valsecchi e Giulio Scapaticci, al maestro Carpi, che seppe donare “entusiasmo e amore”, con una mostra alla Fondazione Corrente.

Realismo “esistenziale”

Sono questi gli anni in cui la linea figurativa milanese che va sotto il nome di “realismo esistenziale” – definizione formulata dal critico Marco Valsecchi per il gruppo dell’Aula Carpi: Banchieri, Ceretti, Guerreschi, Romagnoni, Vaglieri, Martinelli e per Ferroni, ed estesa poi ad altri pittori “milanesi” operanti nel periodo che va dal 1955 al 1965 – guarda, oltre il neorealismo e “Corrente”, ad esperienze moderne europee ed americane. Al di fuori di programmi e di volontarismi ideologici, è il confronto con la realtà che interessa, una realtà esistenziale, fenomenica, dove “la condizione umiliata dell’esistenza” appare in termini drammatici o lirici e i temi sono affrontati con tonalità cupe in cui predominano il bianco e nero. Congruenti cronologicamente per tematiche, per scabrosità, per piglio con questa visione di immagini “avare di colore cariche di dolore”, con la rappresentazione di figure “disseccate e spettrali”, sono le opere di Bisio (i bianchi e neri in particolare, gli esiti disegnati), anzi in certa misura ne costituiscono un’ala, o un allargamento, comunque un aspetto, indubbiamente interessante.

Sviluppi successivi

Dagli anni settanta ad oggi, la grafica di Bisio dal segno personale e una pittura di inquieta e tormentosa immaginazione che fa uso delle tecniche meno convenzionali – il dripping, il polimaterismo, la parola, il colore puro, con l’accantonamento di ogni perbenismo compositivo e lo sconvolgimento dei piani di lettura – rivelano (nelle esposizioni in Italia: a Vicenza, Ferrara, Acqui Terme, Genova, ecc., e all’estero: Manosque, New York, Heusden-Zolder, Parigi, Bruxelles, ecc.), un interesse crescente per problematiche ecologiche e forniscono una drammatica testimonianza delle distruzioni operate in campagna. La complessa attività è stata esaminata negli aspetti artistici, espositivi e critici, da Virginio Giacomo Bono nella monografia Pietro Bisio: espressività del segno e sperimentazione.

 

CLICCA QUI per maggiori notizie sul pittore Pietro Bisio, dal sito http://www.pietrobisio.org

 

Premio Quarto Stato assegnato dall’Associazione Pellizza da Volpedo – Albo d’oro

 

2001 – Francesco Guccini

2003 – Piero Chiambretti (assegnato nel 2004)

2005 – Aurora Scotti

2007 – Moni Ovadia

2009 – Gino Strada

2011 – Enzo Bianchi

2013 – Carlin Petrini

2015 – don Virginio Colmegna

2017 – Michele Serra

2018 – Ettore Cau (premio speciale del 150°)

2019 – Pietro Bisio

 

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